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Roccaromana

CASERTA PROVINCIA

Nella Chiesa di San Cataldo a Roccaromana, comune a pochi chilometri da Pietramelara, c'è un affresco dipinto sulla parete principale dell’abside che rappresenta San Cataldo che salva un gruppo di pescatori durante una tempesta in mare.

L'opera, firmata dal Galloppi,  risale al 1910 ed è stata restaurata nel 2011 dal Prof. Amedeo del Giudice.






San Cataldo che salva un gruppo di pescatori

foto di Antonio Chiaese - 2013


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Riportiamo un articolo apparso su Il Corriere di Caserta nel 1996 a firma di


di Giorgio Parmiciano e Paolo Broccoli



Per non dimenticare la pittura 'campana' di Vincenzo Galloppi



Vincenzo Galloppi, dopo una lunga esistenza tutta dedicata all'arte, ha rischiato di essere dimenticato per sempre. Ricerche effettuate da autorevoli critici sul pittore, rimasero senza alcun esito, poiché nessun archivio pubblico o privato o trattazione storica annoverava il Galloppi fra i maestri del suo tempo e tutto ciò che resta di lui è una firma e una data. E ciò risulta incredibile per chi conosce l'enorme mole della sua produzione. Abile pittore da cavalletto, non tralasciò di rappresentare alcun soggetto: dal paesaggio tipicamente campano a scene di battaglia di chiare reminescenze garibaldine, dagli scorci di vita napoletana ai vari stupendi ritratti che denotano una tecnica personalissima e la sua appartenenza a quella corrente di ottocentisti napoletani che furono suoi maestri, amici e ammiratori ad un tempo.
Ma è la pittura murale l'affresco che esalta le sue doti di instancabile decoratore di volte in numerosissime chiese di Napoli e della Campania, spingendosi con grande disinvoltura nel Sud Italia e perfino in Grecia ad affrescare l'Achilleon, residenza estiva di Sissi d'Asburgo, che dopo averlo conosciuto gli donò personalmente una spilla. Il suo lavoro si articola nel lungo  arco di tempo che va dal 1867 al 1937, continuando poi a disegnare instacabilmente ogni giorno, fino agli ultimi che lo videro spegnersi  il 12 gennaio 1942.
Nato nel 1849, passò sin da giovanissimo per tutti i gradi dell'apprendistato: prima alla bottega del nonno, pittore anch'egli, poi esecutore di restauri e lavori accanto ai maestri che lo vollero con sè, capendo di avere un collaboratore infaticabile, attento e dotato di grande estro.
Vincenzo Galloppi è l'ultimo settecentista dell'Ottocento: i suoi angeli, le nuvole, i cieli aperti e luminosi ricordano il Tiepolo che lui ammirava moltissimo. Dopo 50 anni di silenzio, si attende la sua giusta collocazione tra gli artisti del suo tempo, che spesso hanno trovato gloria e fama non tanto per meriti conquistati sul campo quanto per situazioni e compromessi ai quali Vincenzo Galloppi non volle mai sottostare.
Nella diocesi di Teano Calvi le sue opere  si  trovano  a Pietramelara e a Roccaromana. A Pietramelara le sue pitture murali (4 tempere su muro) sono state restaurate dallo Studio Amedeo Del Giudice.



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